Dalla prefazione di Sandro Abruzzese: «Se ho usato il termine vertiginoso per Ferrara, è perché, come accade per autori come Primo Levi o Leonardo Sinisgalli, la polifonia di queste vertebre non ha una sola fonte o direzione riconoscibile, ma è frutto di quella particolare attitudine culturale che a volte riesce agli scienziati-poeti. Quest’assenza di punti di riferimento, se da un lato contribuisce alla ricchezza della materia, dall’altro conduce verso la consapevolezza che per l’essere umano non si dà alcuna origine, o meglio che l’origine assume un’importanza patologica proprio quando non si possiede, benché sempre provvisoria, una meta».
Mari mediterranei
Sono salito sul Carmine
soffiato da un vento
che mi pregava d’esaudire
i desideri di mari lontani
mari mediterranei.
Esistono ancora cieli
che vogliono essere guardati
che, lenti, restituiscono
distanze di battesimi e pianeti
mettendo a fuoco le ascensioni
i cerchi orari dei nostri debiti.
Inesau(r|d)ite tra mura di pietra
scurite danzano bianche candele
gli alberi intorno ruotano i rosari.
*
Tradurre
a Giorgia
…come raccogliere ciliegie,
riempire vecchi panieri
di vimini mai colmi, lo sguardo
che avanza dalle radici ai rami.
Gli occhi si rifanno di colori
le orecchie di etimi leggeri,
ai lati della bocca rivoli
granata, estasi di ieri.
È un soffio che tradisce
l’ardita fedeltà del mondo
duello anfibio tra odi et amo.
Scendo dall’albero e poi risalgo
una ciliegia in bocca, una sul ramo…
l’altra ancora stretta nella mano.
*
Carpe locum
Ho detto che resterò qui ad amarti
e non che t’amerò per sempre
perché al tempo preferisco lo spazio,
cogliere un posto invece dell’attimo.
Non tanto dunque quanto durerà,
ma dove e come ti sarò vicino:
è più confacente a ingannare il tempo.