“Persino semplice” raccoglie testi scritti e riscritti tra il 1997 e il 2022, poesie alla ricerca del posto giusto, del momento giusto. La raccolta, strutturata in cinque sezioni che si incastrano quasi a voler rincorrere movimenti di buio e di luce, segna un punto di chiusura e di partenza del percorso artistico ed esistenziale dell’autrice. È proprio per questo che, accanto ai testi inediti (la maggior parte), ne ricompaiono alcuni (in forme differenti) pubblicati nei precedenti volumi, in antologie. Quello che accade e lascia il segno è comunque destinato al cambiamento: ferisce, scalpita, fa amare. Accettarlo, a volte, è persino semplice.
G.
Almeno ti ho conosciuto dal vivo
e non solo dentro una fotografia, tra le poche
che hai lasciato.
Eppure così presente
eppure così assente.
Mi dicono che mi volevi bene
che mi portavi in bicicletta
che ero troppo piccola per ricordare
il giorno in cui entrando in casa tua
tu eri sul divano a riposare
e io dovevo fare piano, stare zitta.
A riposare mi hanno detto, sono certa
ed io ora lo so come sapevo allora
che tu ti stavi consumando, morendo.
Se ricordo di te soprattutto quel ricordo
tutto il resto arriva quando mi dicono
che eri un nonno felice,
che mi portavi in bicicletta accarezzandomi la nuca
sperando di trovare un giorno i riccioli
di quella della nonna.
Mi sei mancato presto, e lo sapevo.
*
Quindi, dato che esisti e voglio esserne certa,
dio degli universi e di ogni nuova scoperta,
non rivelarmi il senso e ciò che ci confonde
dietro la porta stretta delle apparenze
lascia che non intuisca, rendimi
la libertà di dire senza sapere, fare
senza progettare, muovermi senza capire.
La libertà sospinta di stare nel presente,
l’istante che respira insieme a me.
Perché tu esisti eccome, ed io lo so.
E allora liberami da me, dai miei no,
lasciami la paura, il fiato nei polmoni
e gli alberi nel vento.
*
La domenica mi accorgo dei rumori
sulle scale, di un temporale che arriva,
delle voci in cortile, degli spazi silenziosi.
Apro le orecchie e faccio entrare tutto